Il buon senso digitale e tecnologico entra – anzi potremmo dire irrompe – a Palazzo. Lo fa – inaspettatamente – la scorsa notte alla Camera dei Deputati, durante la lunga discussione per la riforma costituzionale e i tanti emendamenti presentati. Sono passate le 22 e arriva in discussione l’emendamento Quintarelli, che proprio da Stefano Quitnarelli prende il nome, onorevole eletto con Scelta Civica e grande personalità di Internet in Italia. L’emendamento Quintarelli propone di riportare allo Stato non solo la competenza sul formato dei dati che la Pubblica Amministrazione deve adottare, ma anche sui “processi e delle relative infrastrutture e piattaforme informatiche”. Una cosa di una ragionevolezza assoluta: che senso ha parcellizzare a livello regionale le piattaforme della pubblica amministrazione? Chiunque abbia un minimo di buon senso digitale, capisce che il valore di una piattaforma comune è inestimabile, sia per il risparmio che ne consegue, sia per la velocità di interscambio e incrocio dei dati, che è sempre più indispensabile per rendere la burocrazia dello Stato meno ingessata.
Buon senso digitale in Parlamento: l’emendamento Quintarelli e l’eHealth
L’articolo continua al link sottostante ma appare una grandissima opportunità per uscire dalla palude delle 20 ricette elettroniche diverse, dei 20 fascicoli sanitari elettronici diversi e entrare in una vaerà sanità elettronica nazionale